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Il serpente e la rosa: 
Alchimia della rinascita

Lo scorso 3 maggio, nello scenario incantato del Giardino delle Rose di Ca’ Nigra Lagoon Resort, si è tenuto “Il serpente e la rosa – Alchimia della rinascita”, un evento ideato dall’Associazione Imaginalis con la partecipazione di ON PAPER Art Gallery. Un incontro tra simboli, visioni e pratiche artistiche, in cui parola e gesto si sono intrecciati in un unico rito contemporaneo.

L’Evento

Al centro dell’appuntamento, la conferenza a due voci dello psicoterapeuta Andrea Vianello (nella 2° foto con me e le artiste) e del botanico e simbolista Gaspare Licandro ha esplorato le figure archetipiche del serpente e della rosa, scavando tra alchimia, mitologia e psicologia.

Vianello ha guidato il pubblico in un percorso simbolico legato alla rosa pentamera, al suo significato junghiano e al ruolo della rosa bianca e rossa nella tradizione occidentale, per poi soffermarsi sul Roman de la Rose, testo allegorico medievale che ha ispirato anche le opere artistiche esposte. Licandro ha invece approfondito l’iconografia del serpente, partendo dalle civiltà assiro-babilonesi fino alla mitologia greca, con particolare attenzione alla figura di Ermes e del suo caduceo, e alla dea Iris, considerata la sua precorritrice alata.

In parallelo al dialogo simbolico, la performance del maestro orafo Francesco Pavan (nella 5° foto), che ha dato dimostrazione della forgia di due rose – una d’oro e una d’argento – secondo l’antica tecnica su osso di seppia, rievocando in chiave alchemica l’unione degli opposti

Il Giardino

A fare da cornice all’evento, il suggestivo Giardino delle Rose del Ca’ Nigra Lagoon Resort: uno spazio segreto e silenzioso affacciato sul Canal Grande, dove la bellezza botanica incontra l’atmosfera intima di un luogo sospeso nel tempo. Regalato al conte Nigra dalla contessa Albrizzi, il giardino si presenta come un classico esempio di giardino all’italiana, oggi protetto dalle Belle Arti, e carico di storia e poesia.

Le opere

Tra i cespugli adorni di rose e l’acqua del Canal Grande, le nostre tre artiste – Laura Cescon, Marta Polato e Beatrice Pescarolo – hanno lavorato in tempo reale, dando forma a una riflessione visiva ispirata al “Roman de la Rose” e alle sue molteplici raffigurazioni manoscritte attraverso i secoli. Ognuna ha interpretato l’immagine della rosa seguendo un proprio asse tematico: Laura ha approfondito l’aspetto botanico, Beatrice quello narrativo, mentre Marta ha esplorato la dimensione simbolica e filosofica.

Laura Cescon – Petalo, forma e luce

Laura Cescon ha realizzato un delicato acquerello che raffigura boccioli e fiori di rosa su uno sfondo neutro. I petali, intensamente sfumati, restituiscono la morbidezza e la trasparenza tipiche della tecnica, mentre il fogliame, reso con grande precisione, evidenzia una cura quasi botanica per i dettagli. La luce e le tonalità delicate contribuiscono a creare una composizione armonica, luminosa e vibrante.

Durante l’evento, l’artista ha scelto di esplorare con il disegno la forma e la forza espressiva dei boccioli osservati dal vero nel roseto del giardino. L’esperienza, condivisa con il pubblico e con le altre artiste, è stata percepita come un dialogo tra il visibile e l’intimo, in cui la rosa diventa emblema di bellezza, vitalità e contrasto. Il simbolismo emerso dalla conferenza ha arricchito e guidato la sua interpretazione pittorica.

Marta Polato – La rosa, il corpo e il serpente

Marta Polato ha composto un’opera stratificata e complessa, costruita su un supporto di carta tinta a caffè. Impronte vegetali, grafite, tratti a penna e scritte manoscritte si intrecciano in una superficie dove corpo e natura si fondono. Al centro, un nudo femminile e una rosa verticale ancorano la composizione, mentre un serpente chiaro avvolge e incornicia l’insieme. Le scritte, alcune tratte dal Roman de la Rose, sono inserite con discrezione, come frammenti di pensiero o appunti poetici.

L’opera nasce da un processo che unisce gesto libero e rigore grafico. Il serpente e la rosa — i due archetipi simbolici dell’evento — diventano qui forme intrecciate, evocando metamorfosi, femminilità e conoscenza. Il corpo, il testo e la materia naturale si compongono in un sistema che riflette la dimensione alchemica e trasformativa dell’intero progetto.

Beatrice Pescarolo – Il sogno e il giardino infinito

Beatrice Pescarolo ha realizzato una composizione fitomorfica intensa e ricca di dettagli. Una fitta trama di foglie, rami e fiori copre interamente la superficie, animata da sagome bianche di uccelli che emergono in negativo su uno sfondo scuro, ottenuto con una lavorazione densa a grafite. L’effetto complessivo è quello di un paesaggio labirintico, popolato da una biodiversità silenziosa.

L’artista si è ispirata alla poesia Sogno di maggio, parte iniziale del Roman de la Rose, dove il risveglio della natura corrisponde al risveglio onirico e amoroso del protagonista. Ha cercato una composizione “esplosiva”, in cui gli elementi naturali si susseguono in modo fluido, come a generarsi l’uno dall’altro. L’uso del bianco e nero conferisce un’aura immateriale all’opera, evocando la natura onirica del testo di riferimento.

Disegno a grafite di Beatrice Pescarolo

Tra petali, miti e visioni, “La rosa e il serpente” è stato più di un evento: un momento di riflessione condivisa dove arte, simbolo e creazione si sono intrecciati nel cuore di Venezia. Un’esperienza che ha lasciato segni delicati e profondi, come l’inchiostro su carta.

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